giovedì 27 luglio 2017

#lonatocheverrà: interventi del 25 luglio

In mattinata l'intervento della Prof.ssa Ivana Passamani sulle modalità percettive di un paesaggio ha evidenziato un aspetto importantissimo su come procedere nelle considerazioni in merito alla valorizzazione di Lonato sia in relazione al suo patrimonio immobiliare che paesaggistico.
Il tema centrale della sua lezione è stato quello dell'inclusività che deve diventare un elemento importante nell'approccio moderno alla progettazione.
Nello descrivere le modalità con cui ci si approccia ad un manufatto la professoressa ha evidenziato le diverse nature della percezione umana che sono legate non solo alla vista, ma anche al tatto, all'odore, ma sopratutto al rumore.
Molto spesso questi caratteri sono sottovalutati e spesso siamo portati a pensare che la costruzione di un paesaggio, di una città e di una architettura siano frutto di scelte causali o, per i più sensibili, a processi prettamente estetici - stilistici.
Dalla sua relazione è emerso, invece, un modo di leggera la realtà estremamente complesso e fortemente legato alle considerazioni filosofiche e morali di un dato momento storico.
Questa complessità di relazioni si manifesta con la giustapposizione di elementi che vanno dalla piccola scala del dettaglio architettonico a quella vasta del suo rapporto con il paesaggio che lo circonda.
Per questo motivo diventa fondamentale imparare a leggere in modo complesso ed esaustivo non solo i collegamenti tra le parti architettoniche, ma anche e sopratutto i riferimenti ed i rimandi tra la piccola scala dell'edificio e la grande del paesaggio.
In quest'ottica poi la progettazione deve necessariamente confrontarsi con la molteplicità dei connotati interpretativi legati ai sensi, imparando dalla disabilità forme e modalità nuove di “leggere” un dato elemento; ad un ipovedente, infatti, la città non è certamente riassumibile in uno semplicistico sky-line, ma diventa un contenitore esperienziale potenzialmente “infinito” fatto di relazioni tra i rumori che essa produce nelle varie ore della giornata, gli odori che in essa si percepiscono e le diverse sensazioni che trasmette, ad esempio, toccando i suoi muri, in relazione ai diversi materiali da costruzione utilizzato.
Se sapremo farci carico di questa nuova complessità potremmo produrre un nuovo modo di progettare che possa confrontarsi davvero e compiutamente con un intera porzione di cittadinanza che attualmente ne è esclusa, producendo un nuova architettura, una nuova città ed un nuovo paesaggio finalmente inclusivo delle sue “peculiarità”.
Questo aspetto poi non produrrà vantaggi esclusivamente per le categorie di disabilità che attualmente sono marginalizzate, ma offrirà una nuova opportunità di salvaguardia dei connotati compositivi e paesaggistici attualmente a rischio.
Leggere la complessità della città con gli altri sensi, infatti, darà nuova linfa alle istanze conservative dei caratteri storici che saranno valorizzati da ulteriori elementi degni di tutela.
Risulta evidente da questo contributo che anche per Lonato si apre una stagione di valorizzazione nuova se saprà far proprie queste considerazioni e decidere di giocare il proprio futuro sul tema dell'inclusività, ponendosi in questo modo come alternativa reale ai modelli di sviluppo attualmente presenti nei suoi dintorni.

Nel pomeriggio abbiamo visitato con Gabriele Lovisetto l'Oasi di San Francesco a Desenzano del Garda, un Monumento Naturale di Regione Lombardia che stupisce per la sua bio-diversità e per la sua capacità di porsi come un'alternativa allo sviluppo caotico dell'edilizia gardesana, ergendosi in questo modo a pilastro per una differenziazione delle offerte, anche in chiave turistica, del basso lago di Garda.
L'Oasi offre paesaggi campestri e lacuali composti da peculiarità vegetali e animali che trovano nella sua pace un momento di tranquillità grazie all'azione dei volontari che la gestiscono.

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